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Morano Calabro: lo scenografico gioiello in pietra

L’esperienza da vivere nel borgo che offre bellezze artistiche e naturali

Morano Calabro, Cosenza, Parco Nazionale del Pollino

Tra i centri storici più affascinanti di tutta la regione, il piccolo borgo ai confini settentrionali della Calabria, è davvero uno scenografico gioiello in pietra, con le case addossate le une alle altre e, sullo sfondo i monti Pollino (2248 mt), Serra Dolcedorme (2267 mt) e Serra del Prete (2181 mt). Di fatto, dunque, Morano Calabro è uno dei centri storici più intatti e affascinanti della provincia di Cosenza e di tutta la Calabria.

Lo stemma cittadino, con la testa di un moro sopra tre colli conici (Morano, Sant'Angelo di Colloreto e Pietrafoco), sembra farlo risalire all'insidia che al paese sarebbe stata portata dai saraceni, ovvero dai mori

Il borgo però offre anche la possibilità di scoprire un'inattesa quantità di opere d'arte, firmate anche da artisti di primo piano come il veneto Bartolomeo Vivarini e il toscano Pietro Bernini, che lavorò molti anni nel Regno di Napoli. Per verificare che non solo appare da lontano un paese-presepe, ma che lo è davvero, occorre immergersi nella sua atmosfera un po' magica, percorrere il dedalo di viuzze, tortuose e in forte pendenza, in parte scavate nella roccia, che s'infilano in un compatto tessuto di case, chiese, monasteri, archi, portali, sottopassi, scalinate, piazzette.

Gli scorci fanno pensare al grande incisore olandese Escher, che visitò Morano Calabro nel 1930 e ne ha lasciato una splendida rappresentazione speculare: nel quale il paese e il paesaggio circostante sono da lui raffigurati al contrario, come se fossero visti allo specchio.

Ma da dove iniziare? C’è davvero tanto da mostrare!

Immergendovi in questa visita esperienziale, tra le bellezze artistiche, collocata nella piazza principale vi è sicuramente la chiesa collegiata di Santa Maria Maddalena, al cui interno, nella cappella di San Silvestro, è possibile ammirare l'opera più importante del patrimonio artistico di Morano Calabro: il Polittico di Bartolomeo Vivarini.

Ma questo è solo l’inizio, perché la bellezza di Morano sta nella delicata combinazione di arte e bellezze naturali: la pietra degli archi, dei torrioni, dei contrafforti, delle case abbracciate le une alle altre, si sposa con la maestà dei monti circostanti creando uno scenario davvero unico.

La maglia urbana, fitta e intricata, fa di Morano uno dei centri storici più suggestivi dell’intera Calabria. La visione d’insieme è sicuramente quella di un presepe, con le case in architettura povera degradanti verso il basso, con i tetti rossi dei coppi e il le viuzze che salgono verso il castello.

La scoperta di Morano può partire dalla chiesa di San Bernardino da Siena, un gioiello di architettura monastica quattrocentesca in stile tardo-gotico. La facciata è dominata da un bel portale ogivale in pietra gialla, mentre l’interno è mistico e severo come tutti gli ambienti francescani (l’annesso convento è stato fondato nel 1452).

Dal rione San Nicola, attraverso archi, sottopassi, strette vie e slarghi che rivelano stupendi scorci paesaggistici, si raggiunge il castello di origine normanna (secoli XII-XIII), ampliato poi tra il 1515 e il 1546 da architetti napoletani per conto del Principe Sanseverino che lo elesse a propria dimora.

Da lì il passo è breve per la collegiata dei Santi Pietro e Paolo, la chiesa più antica di Morano, risalente al Mille ma ristrutturata al suo interno in chiave tardo-barocca. Dello stesso periodo, fine secolo XVIII, è l’arredo ligneo, come il coro, opera della bottega dei Fusco, valenti ebanisti locali.

Altra chiesa-museo, per l’elevata concentrazione di opere d’arte, è la già citata chiesa di Santa Maria Maddalena, con la cupola e il campanile maiolicati giallo e blu visibili da ogni parte del centro storico. Al suo interno, troviamo anche opere come “Madonna degli Angeli” di Antonello Gagini (1505).

I restanti edifici di culto da visitare sono certamente la chiesa di Santa Maria del Carmine e, fuori dell’abitato, il convento dei Cappuccini con l’austero chiostro seicentesco, e i ruderi del monastero di Colloreto, immersi in un grande bosco di elci e faggi ai piedi del Pollino. 

Morano non è solo ricca di chiese ma anche di palazzi gentilizi, costruiti per lo più tra Settecento e Ottocento dalle famiglie benestanti grazie alla proprietà della terra o all’esercizio delle professioni liberali.

Per citarne alcuni, troviamo il seicentesco palazzo Rocco, seguito dall’elegante palazzo Salmena, i palazzi Serranù e Scorza-Aronne, palazzo Cozza col suo loggiato angolare, il palazzo dei Cavalieri Marzano nel rione Giudea, con le facciate di colore rosso, il palazzo Lauria con il bel portale barocco, e molti altri.

E ancora… è possibile visitare nel cuore del Parco Nazionale del Pollino un centro visite per far scoprire i lati più affascinanti della natura del Geoparco Unesco. Parliamo del Nibbio, un museo naturalistico un po’ fuori dagli schemi, allestito all’interno delle antiche case che sorgono in prossimità del Castello Normanno-Svevo. Il Museo si articola in varie sezioni monotematiche, ciascuna delle quali affronta un diverso tema in relazione alla ricca biodiversità del Parco.

Come avete visto, Morano Calabro è anche uno spettacolo naturale, perché è qui che troverete qualcosa di unico in tutta la Calabria. Curiosi? Seguiteci.

 

Il Parco della lavanda sul Pollino, la Provenza calabrese

 

Il Parco della Lavanda si trova a 1 km dall’uscita autostradale della località di Campotenese, vicino il borgo più bello d’Italia: Morano Calabro.

Il Parco della lavanda o loricanda, è un posto che richiama per profumi e colori la Provenza. E’ un posto magico, dove la vista e l’olfatto, si immergono in un vero paradiso profumato e rilassante. Un luogo suggestivo ed inebriante nel cuore del Pollino.

Si tratta certamente della parte più esperienziale di tutto il tour, è uno degli spettacoli naturali imperdibili, dove lunghe distese di lilla, sprigionano sotto il sole cocente meravigliosi profumi provenzali, e al calar del sole, emergono contrasti pittorici, degni di un quadro impressionista.

Il Parco della lavanda è stato concepito, come un giardino botanico didattico, in cui è possibile imparare e distinguere le varie tipologie di lavanda, tenendo conto dello sviluppo e del colore. E’ una distesa di 3 ettari con all’interno circa 40 specie di lavanda autoctona, che fiorisce da giugno alla metà di agosto. Unico luogo del genere presente nell’Italia meridionale.

Una volta entrati nel parco si percepisce subito l’atmosfera suggestiva, in quanto tutto straripa di viola e di lilla: la carriola all’ingresso, l’altalena, i cancelli del giardino botanico, il tovagliato e le sedie.

Inoltre, all’interno del parco potrete scattare magnifiche foto e sarete circondati da campi odorosi color lillà il cui profumo attira farfalle, api e libellule: una vera e propria oasi naturale.

Tuttavia, oltre a sbizzarrirvi con le foto, potrete visitare il Giardino delle Lavande, un orto botanico che regala un mix di colori dal bianco a tutte le sfumature del viola.

Come avrete notato c’è tanto da camminare e vedere, ecco perché consigliamo zaino in spalla con il necessario e abbigliamento e calzature comodi. La durata della visita è l'intera giornata.

Siamo al confine con la Basilicata, vicino potrete visitare a nord il Parco Nazionale del Pollino, a sud-est, a circa 20 km troverete il bellissimo borgo di Civita mentre sempre a 20km ma verso nord-ovest, trovate il delizioso borgo di Mormanno. Vicinissimo, circa 7 km invece si trova Castrovillari e la comunità arbëreshë (minoranza etno-linguistica albanese) di San Basile, poi ancora Saracena e San Soste.

 

Insomma, da queste parti non ci si annoia di sicuro, perché una #CalabriaTravelExperience come questa, difficilmente potrete viverla altrove. Questa è la Calabria, innamoratevi di lei!

di Maria Celebre

edit Domenico Rizzo

 

Fotografie a cura di Maria Celebre (IG: @deakalabria) e dal web

 

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