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Acquaro: un limpido viaggio nell’entroterra di Vibo Valentia

Una visita esperienziale in un territorio che incuriosisce

Acquaro e dintorni entroterra di Vibo Valentia Calabria

In Calabria sono davvero tante le mete per poter fare passeggiate in natura, alcune note, altre meno note e indovinate a noi quali attirano? Senza nulla togliere a quelle già conosciute, del quale hanno e avranno il loro giusto spazio nel nostro blog, questa volta siamo andati alla scoperta di un territorio assai sconosciuto. Un po' come lo scorso articolo, che se ve lo siete persi, abbiamo parlato del borgo verde di Capistrano. Questa volta non andiamo molto lontani. Infatti, sempre nell’entroterra della provincia di Vibo Valentia, c’è un posticino niente male: parliamo di Acquaro. Circondato da sette colli e attraversato da un fiume, possiede un nome curioso e affascinante che lascia presagire la presenza di sorgenti di acqua pulita e fresca di montagna, senza contare che una delle sue frazioni si chiama Limpidi.

Ma non dobbiamo essere precipitosi, andiamo con ordine. La prima domanda è: siete tipi da passeggiata Total Green? Se la risposta è sì, siete nel posto giusto, se non lo siete rimanete comunque, potremmo magari essere fonte d’ispirazione.

 

Aquarium

La storia dell’abitato prende piede durante l’epoca normanna e sorse come casale dello “Stato di Arena” (un borgo caratteristico e interessante non lontano dal paese). Il suo nome, che compare in un documento dell’inizio del XIV secolo, inizialmente fu “Acquario” – dal latino “Aquarium”, collegato proprio alla sua conformazione pregna di acqua sorgiva. In verità si presuppone che le sue origini, non molto chiare, risalgano addirittura alle colonie greche collegate a Hipponion (oggi Vibo Valentia), scoperta da pastori che qui trovarono zona fertile per i pascoli e vi si stanziarono.

 

Scopri il territorio

Dopo una visita del centro abitato, con le sue caratteristiche viuzze che regalano tracce dell’antica borgata, noterete la presenza di fontane e fontanelle. Dal punto di vista artistico, soffermatevi presso la Chiesa Matrice dedicata a Santa Maria dei Latini di origine medievale, al cui interno vi sono statue anche lignee ottocentesche. Sempre di interesse storico e culturale, la Chiesetta di Santa Liberata, edificata nel 1660, al cui interno vengono gelosamente custodite alcune statue settecentesche. La storia e l’arte non mancano, senza contare che nelle zone fuori Acquaro è possibile notare la presenza di altri ruderi, quelli del Convento della Santissima Trinità di Arena (1664), che restituisce tracce di un porticato con archi in pietra, inoltre è possibile notare alcuni tratti di mura della Chiesa di San Nicola e del Convento di Santa Maria del Soccorso. Ma non solo, nel 1700 come vuole la tradizione, ad inizio del paese venne costruito il suo calvario, caratteristico per la sua forma strutturale di piccola cappella.

Dopo la visita, spostatevi nelle vicine frazioni, immerse anch’esse nella natura... tanta natura!

Ma prima di continuare, sappiate che intorno ad Acquaro vi sono alcune aree pic-nic, senza contare la presenza di un sentiero di circa 6 km, adatto a tutti, fino a raggiungere una zona avvolta dalla leggenda di un vulcano. Diavulomani è il suo nome, ed è il monte più alto del territorio.

Un nome certamente curioso che si collega, come già detto, alla leggenda ispirata alla sua particolare forma, che lo vedrebbe come un vulcano ormai spento ma che un tempo (molto ma molto lontano) fosse attivissimo e tanto temuto.

Con questo spirito che si affianca a storie e leggende, sarà ancora più appagante e interessante passeggiare in natura, dove vige la regola dell’assoluto relax.

 

Un “limpido” viaggio nel tempo

Tornando alle sue frazioni, spostatevi a Limpidi!

Non è molto lontano da Acquaro, sorge ai piedi delle Serre Vibonesi e si tratta di un piccolo borgo abitato da una piccola comunità. Il paese ha una conformità antica, con la classica struttura dove a primeggiare in cima vi è la chiesa parrocchiale. Intorno si diramano casette congiunte tra loro, e guardandolo a distanza vi sembrerà di vedere un antico presepe.

Dunque, di particolare interesse vi è il viadotto Filese costruito negli anni '20, tutt'ora attivo e dal fascino storico. Si tratta di un viadotto costruito interamente in pietrame scalpellato, che collega i comuni di Acquaro e Dinami e dove in fondo alla vallata, scorre tranquillo il torrente omonimo. Recentemente ristrutturata, da visitare vi è la chiesa matrice dei SS Filippo e Giacomo e poi il suo antico centro storico, caratterizzato da molte casette (spesso ormai ruderi), che mostrano al viaggiatore quella che fu la vita degli antichi abitanti, contadini dediti alla fatica nei campi, data la presenza anche di mulini. A fare da cornice a questo caratteristico luogo è sempre lei: madre natura! Infatti sono numerose le piante secolari di ulivo che abbracciano il borgo.

Una volta sul posto, consigliamo di passeggiare anche nel verde delle zone rurali di Piani di Acquaro e Fellari, altre due frazioni.

Queste zone rurali, sono più ricche d’acqua, infatti non è difficile imbattersi in fiumiciattoli, cascatelle e fiumare. Questo determina un ambiente più umido ma anche più temperato, rispetto alla media. A questo punto, prima di concludere, vogliamo aprire una piccola parentesi sulla Riserva naturale statale del Marchesale. Si tratta di una riserva che si estende tra il comune di Acquaro e quello di Arena, con versanti ricchi di sorgenti e coperti da floride foreste tra piante, faggi e abeti bianchi, castagni e aceri, senza tralasciare la ricca fauna che popola questa zona e la presenza di alcuni rifugi e aree pic-nic.

 ***

Bene viaggiatori, abbiamo cercato di coniugare arte, storia e natura di un territorio che, oltre le bellezze è ricco anche di tradizioni sacre e antiche (come la benedizione dei buoi che vedete scorrere nella galleria fotografica) e ha da raccontare la sua storia anche se un po’ sconosciuta. È la meta giusta per passare una giornata diversa, una #CalabriaTravelExperience interessante e che incuriosisce... senza contare che intorno vi sono altri centri abitati, pronti a nuove storie e bellezze da raccontare e mostrare.

di Domenico Rizzo


Credits

Fotografie a cura di Vincenzo Comito (IG: @comitophoto) e Domenico Schinello, Domenico Sorace (IG: @domesorace) e Maria Chiara Corrado (IG: @mchiaracorrado). Foto drone a cura di Emanuele Mazza e Francesco Annetta (IG: @ciccioannetta)

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